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Le stagioni e i cambiamenti stagionali influenzano in modo significativo la funzione tiroidea.
Lo hanno dimostrato recentemente alcuni Autori coreani valutando gli effetti dei cambiamenti stagionali sulla funzione tiroidea, in particolare sulle transizioni tra ipotiroidismo subclinico ed eutiroidismo.
L’ipotiroidismo subclinico è una condizione abbastanza frequente, spesso diagnosticata incidentalmente, caratterizzata da modesta elevazione dei valori di TSH (> di 3.5-4 µU/mL ma < di 10 mcU/ml), ormoni tiroidei liberi nella norma, assenza di sintomi e/o segni d’ipotiroidismo. Il significato clinico di questa condizione è tuttora controverso. Solo in gravidanza si ritiene necessario iniziare un trattamento sostitutivo con L-tiroxina per far rientrare i valori di TSH entro il range di norma.
L’ipotiroidismo subclinico è frequentemente reversibile e pertanto sarebbe opportuno un periodo di follow-up funzionale prima di intraprendere la terapia sostitutiva con levo-tiroxina sine die, visto che non è matematica e costante l’evoluzione da ipotiroidismo sub-clinico a conclamato. Il problema ad oggi è ancora da dirimere ed i pareri sono difformi e spesso controversi.
Gli autori coreani però, partendo dall’osservazione che nei soggetti residenti in aree con temperature molto basse come l’Antartide i valori di TSH sono significativamente più alti rispetto ai soggetti residenti in aree con temperature normali, hanno ipotizzato che la prolungata esposizione al freddo possa comportare una rimodulazione della funzione tiroidea, con aumento dei valori di TSH, spiegando in parte i cambiamenti nella funzione tiroidea dei pazienti i cui valori di TSH sono ai limiti alti della norma. Grazie alle caratteristiche climatiche della Corea (differenze sostanziali di temperatura tra estate e inverno), gli Autori hanno valutato l’effetto delle stagioni sui livelli di TSH e quindi sulle transizioni tra ipotiroidismo subclinico ed eutiroidismo (in media 3.1 test per soggetto durante un follow-up mediano di 36 mesi). Sono stati valutati anche gli effetti di altri parametri noti per influenzare la prevalenza dell’ipotiroidismo subclinico (grado di elevazione del TSH, età, sesso, abitudine al fumo, BMI).
Nello studio sia i soggetti con ipotiroidismo subclinico (n = 1751) che quelli sani (n = 28096) hanno mostrato valori di TSH con andamento bifasico, più elevati nella stagione invernale. Alla fine del follow-up, il 57.9% dei soggetti con ipotiroidismo subclinico alla valutazione basale ritornava eutiroideo, il 37.5% rimaneva in ipotiroidismo subclinico e il 3.1% progrediva in ipotiroidismo conclamato; dei soggetti individuati come eutiroidei alla prima valutazione, il 93.7% rimaneva nella stessa condizione e il 4.3% sviluppava un ipotiroidismo conclamato. La stagione dell’ultimo controllo ha influenzato in maniera significativa il destino dell’evoluzione della patologia: tra i soggetti con ipotiroidismo subclinico quelli che avevano l’ultimo controllo in estate ritornavano più facilmente allo stato di eutiroidismo, mentre, al contrario, la transizione dello stato di eutiroidismo all’ipotiroidismo subclinico veniva documentata più frequentemente nei soggetti che avevano l’ultimo controllo nella stagione fredda.
Il lavoro dimostra che la transitoria fluttuazione dei livelli di TSH può essere correlata alla stagione nella quale si effettua la determinazione.
Livelli moderatamente elevati di TSH non necessariamente indicano che la funzione tiroidea è definitivamente deteriorata o compromessa: la modesta elevazione dei valori di TSH nel periodo freddo potrebbe ritornare a livelli di normalità nella successiva stagione calda. Gli Autori raccomandano quindi di monitorare la funzione tiroidea prima di considerare la necessità di un trattamento sostitutivo.
I limiti, però, di questo studio coreano ben condotto, è di non aver valutato gli auto-anticorpi anti-TPO; l’analisi dei risultati del movimento auto-anticorpale avrebbe potuto fornire ulteriori dettagli interpretativi sulla patogenesi dell’elevazione del TSH nella stagione invernale.
In conclusione, prima di avviare una terapia sostitutiva con L-tiroxina bisogna accertarsi che l’assunzione del farmaco sia realmente necessaria, perchè si tratta di terapia che va protratta sine die e che potrebbe avere, se non necessaria, conseguenze negative sulla salute.
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